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Giù le mani dai vecchi. Non siamo tutti fragili

Lunga Vita Attiva ha rivolto un appello al Presidente del Consiglio per esprimere il nostro dissenso all’ipotesi di proteggere gli anziani “tenendoli” ancora in casa. La petizione è stata lanciata su change.org e, ad ha raggiunto 2500 firme. Potete sottoscrivere al seguente link: http://chng.it/wQGNrTLt

Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri

prof. avv. Giuseppe Conte

“Giù le mani dai vecchi”. Non siamo tutti fragili.

Eppure serpeggia, in questi giorni, l’idea di “proteggere gli anziani”, dal Covid-19, costringendoli a casa anche dopo le prevedibili riaperture, quando ci sarà una mobilità più sicura e controllata, con le necessarie precauzioni e il mantenimento della distanza sociale (Fase 2). La reclusione prolungata sarebbe un grave errore, frutto di antichi pregiudizi sui “vecchi” e non di una valutazione articolata.

Nel minestrone dei numeri, cucinato da cuochi spesso maldestri, si fa fatica a distinguere i fatti dalle illusioni ottiche mediatiche, e allora, prima di prendere decisioni, si deve approfondire.

La Protezione civile certifica che -sul campione analizzato- l’età mediana delle vittime è di 80 anni, ma –attenzione- nel 96,4% dei casi le vittime avevano già una o più patologie pregresse.

La quasi totalità delle vittime sono “grandi vecchi”, quasi sempre malati in modo piuttosto grave (il 61,3% aveva tre o più patologie preesistenti). Un gran numero di morti per o con il Covid-19, purtroppo, è avvenuto nelle RSA, dove anziani -davvero fragili- non sono stati protetti e sono stati esposti al virus. Pensare, però, che tutti gli “anziani” siano aprioristicamente “fragili”, è profondamente sbagliato, ingiusto e dannoso, per tutta la società.

Gli over 65, e in particolare gli over70, appartengono alla generazione dei “baby boomers”.

Siamo stati –grazie ai nostri genitori, che hanno ricostruito l’Italia e l’Europa- una generazione fortunata. Abbiamo vissuto una lunga stagione di pace, abbiamo studiato e avuto alimentazione e medicine adeguate, abbiamo lavorato, fatto crescere figli e nipoti, siamo stati curiosi e vitali e lo siamo ancora.

Condannarci a una ulteriore reclusione, all’immobilità e a una socialità solo virtuale, sarebbe ingiusto e sbagliato, anche a livello costituzionale, visto che l’art. 3 della nostra Carta vieta qualsiasi discriminazione in base alle “condizioni sociali e personali”.

Siamo stati una risorsa per il paese e lo siamo ancora.

Invece che condannarci alla reclusione, si protegga chi è davvero fragile, si individui chi è infettivo, anche se asintomatico, e si diano a tutti indicazioni ragionevoli ed applicabili per una mobilità sicura e responsabile. Noi saremo i primi a dare il buon esempio. Gli anziani, in Italia, sono milioni, spesso attivi e vitali, fanno cultura, movimento e spesso sport, a livello amatoriale ed agonistico, come migliaia di “master” che corrono, vanno in bicicletta, giocano a tennis, nuotano. Molti “anziani” si allenano a una “lunga vita attiva”, che allontana la fragilità, migliora la qualità della vita ed evita -quanto più possibile- di pesare su sanità ed assistenza.

Non siamo (tutti) fragili.

primi proponenti

Ariella Cuk, presidente associazione “Lunga Vita Attiva”

Franco Del Campo, docente di filosofia, due volte finalista olimpico, Città del Messico (1968)