Maurizio e Redi Grio: Trieste-Opicina: la Monza in salita

La passione delle automobili mi è nata quando il nonno una domenica mattina mi portò alla curva dell’università. Seppur bambino capì che c’era qualcosa di strano, non c’era il solito traffico, c’era un insolito silenzio immediatamente rotto da un fragoroso rombo uscito da quell’automobile che passò velocissima lasciando una “scia” di strani odori d’olio, benzina, gomma bruciata. Era la Trieste – Opicina una tra le gare in salita più vecchie della storia dell’automobilismo.  

L’era dell’automobile a Trieste è cominciata con la prima fabbrica A.L.B.A. aperta nel 1906 e subito chiusa nel 1908, fondata da soci appartenenti a importanti famiglie triestine, tra loro Ettore Modiano, dell’omonima industria cartotecnica.

Ancora prima del 1911, anno della prima edizione della Trieste – Opicina, sul lungomare di Barcola venivano effettuate delle gare di velocità sul chilometro.

La prima vera gara in salita venne disputata sulla Strada Nuova per Opicina che dal centro città arrivava all’altipiano. Dopo la sospensione dovuta alla Prima guerra mondiale, la manifestazione riprese nel 1926 con la partecipazione dei migliori piloti dell’epoca fra cui Achille Varzi, Tazio Nuvolari, vincitore dell’edizione del 1930 con la prima vittoria assoluta ottenuta dalla neocostituita Scuderia Ferrari. Nelle competizioni dopo la Seconda guerra mondiale ci furono molti piloti italiani e internazionali che vennero a Trieste, tra i quali Umberto Marzotto, del famoso gruppo industriale tessile, Edoardo Lualdi Gabardi, Ada Pace che nel 1958 arrivò prima assoluta, Gianpiero Moretti detto “Momo”, recordman della corsa alla velocità media di 149,98 e per questo motivo chiamata La Monza in Salita. Jochen Rindt il ragazzo austriaco che poi divenne campione mondiale di Formula Uno post mortem. Per arrivare ad Andrea De Adamich, triestino di nascita, che al sabato in prova uscì rovinosamente distruggendo la sua Alfa Romeo Giulia Ti.  Portato al pronto soccorso chiese ai medici se potesse correre alla domenica. Il 1971 fu l’ultimo anno in cui la gara venne disputata. Per un fortuito destino, la vittoria andò ad un pilota triestino, Alessandro Moncini, che fu aiutato dalla pioggia che cominciò a cadere quando stavano per salire le vetture più potenti. La gara non fu più disputata per il grave incidente avvenuto alla curva di San Cilino a un pilota austriaco che fortunatamente, dopo mesi di ospedale, guarì ed anche per le velocità raggiunte.

La mia passione mi ha portato a “correre” nei rallies per poi diventare un ufficiale di gara dell’ACI/CSAI e prestare servizio in tantissime gare nazionali. Oggi, come socio del Club dei Venti all’Ora, lavoro alla realizzazione della rievocazione storica della Trieste – Opicina. Assieme a mia moglie Redenta, con un’auto d’epoca di proprietà, partecipiamo a varie gare di regolarità sia in Italia che all’estero. Nell’Incontro di “Pillole di Resilienza”, ho approfondito come si svolgono le manifestazioni, cos’è un Road-Book e come si legge, l’uso del Trip-Master, un contachilometri preciso al metro, come preparare il cronometro al centesimo di secondo per poter effettuare le varie prove di precisione che si trovano lungo i percorsi delle gare. Alla fine, tutti i partecipanti hanno ricordato le loro esperienze personali, quando in città la Trieste – Opicina era considerata un importante avvenimento.

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